Ad un certo punto è stato chiaro che Terroir Vino (TV, d’ora in poi) non sarebbe mai più stato lo stesso, e ne parlavo qui, spiegando le ragioni del mio affetto per una delle manifestazioni meglio organizzate.
Forse solo a Summa, da Lageder, mi è altrettanto piaciuto trascorrere una giornata tra banchetti e produttori, e devo dire che la prima edizione di Mare&Mosto è stata pur essa di alto livello.
Infondo non chiedo mica la luna (cit.): certo, una buona selezione di produttori, ma poi tanto spazio, ché io odio la calca e urlare per farmi sentire, poi tanta acqua a disposizione, il libricino con i partecipanti completo dell’elenco dei vini in modo che sia comodo prendere una nota al volo, a disposizione non solo pane e grissini ma anche altro cibo (magari a pagamento, certo) e tante sputacchiere spesso svuotate. Ah, il guardaroba se è inverno. TV aveva tutto (guardaroba a parte, ma a giugno non serve).
Così alla fine è successo: dopo cinque anni di teutonica organizzazione presso i Magazzini del Cotone, la manifestazione è cambiata, approdando in una (bellissima) villa in centro città, sempre a Genova. L’arrivo è piacevole: certo meno agevole coi mezzi pubblici della precedente location, poiché dalla stazione è meglio prendere l’autobus, ma (incredibile) c’è un ampio parcheggio gratuito all’interno; non solo: un notevole giardino a prima vista garantisce adeguato spazio di “decompressione”.
Però.
Però i produttori sono in numero minore rispetto alle passate edizioni, soprattutto hanno poco spazio e i visitatori anche meno: io sono arrivato verso le 15 ed era quasi impossibile muoversi e parlare.
I cestini del pane erano sempre riforniti ma io e altri abbiamo sentito la mancanza di qualcosa di più da mettere sotto i denti, e non nascondo che tra diversi produttori interessanti ne ho trovati alcuni un po’ così… e due o tre banchetti erano abbandonati dal produttore (perlomeno al momento del mio passaggio).
Soprattutto deludente la “Degustazione dal basso” cui ho partecipato: “Champagne Diligent, unorthodox blends”. Sulla carta era una figata assoluta, visto che il sottotitolo prometteva “… alcuni rarissimi Champagne monocultivar fuori dai comuni schemi …”, ma il laboratorio si è risolto in un bel pasticcio: se la qualità non al top (eufemismo) dei vini proposti poteva non essere un problema (infondo lo scopo era quello di esplorare bollicine da varietà inusuali, non assaggiare selezioni stellari), sicuramente è stato drammatico il fatto che il relatore parlasse solo in inglese: una parte consistente dei partecipanti non capiva la lingua e dopo pochi istanti si è innescato il classico meccanismo del telefono senza fili (“che ha detto?”). Risultato: un casino micidiale di gente che parla riportando informazioni sconclusionate (sentito con le mie orecchie: dopo un paio di passaparola il petit meslier è diventato petit meunier…), così dopo pochi minuti il relatore si è limitato a far sbicchierare i vini, ad elencarne i cépages e a parlottare con i partecipanti più vicini.
Ma la cosa più fastidiosa è che gli stessi vini, distribuiti dallo stesso relatore che elargiva le medesime “spiegazioni”, erano disponibili nel primo banchetto incontrato all’ingresso, annullando di fatto il valore del laboratorio.
Cerchiamo di non fraintendere, TV2015 ha avuto comunque begli spunti (i sorprendenti banchetti affiancati di AIS, ONAV e FISAR, il parcheggio comodissimo, il bel giardino attorno alla villa, il comunque considerevole numero di produttori presenti) e sono consapevole che la manifestazione non si esaurisce nella giornata di degustazione ma comprende anche il Baratto Wine Day, il Garage Contest e le Conferenze; ho però avvertito una cura minore nei dettagli e soprattutto una netta carenza di identità, credo dovuta al fatto che il patron Filippo Ronco è alla ricerca di una formula nuova (non ancora trovata), utile a valorizzare al meglio il suo Grassroots Market e che questa edizione di TV sia stata una sorta di “anno uno”, un tentativo non completamente riuscito che ha comunque potuto poggiare sulle solide basi di tanti anni di organizzazione, lasciando presagire di meglio e di più per le prossime edizioni.