Prosegue la mia sperimentazione di prodotti rifermentati in bottiglia: è la volta del Pignoletto (con leggero saldo di riesling) di Vigneto San Vito.
Due note sulla azienda (i cui vigneti sembrano davvero belli, vedendo le foto sul sito): Vigneto San Vito è situato sulle colline bolognesi, a circa 200 metri sul livello del mare, opera in conduzione biodinamica, con fermentazioni spontanee e senza l’uso di chiarifiche e filtrazioni.
Denominazione: Emilia IGT
Vino: Pignoletto frizzante sui lieviti
Azienda: Vigneto San Vito
Anno: 2012
Prezzo: 10 euro
Visivamente rustico: tappo a corona (e va benissimo), aspetto paglierino-verdolino opalescente (io l’ho bevuto con tutti i suoi lieviti in sospensione, scuotendolo leggermente prima di stappare) che introduce a note olfattive leggerissime, esili, floreali e lievemente aggrumate.
Il sorso ha ingresso delicato, con carbonica ai minimi (forse troppo spenta anche per la tipologia?) e poi non c’è molto se non sapidità più che freschezza, appunto una certa rusticheria e soprattutto una sensazione calorica un po’ fuori posto per un prodotto di questo tipo.
Chiusura amara, non fastidiosa e rinfrescante, ma monocorde.
Lo vedo meglio in accompagnamento a fritture che sui primi o come aperitivo.
Certo, è un vino semplice che vuole mantenere questa caratteristica, ma anche cercando di giudicarlo come tale non è del tutto convincente: troppo esile al naso, un po’ vuoto in bocca, alcolicità eccessiva.
Ma giudizio non del tutto positivo deriva particolarmente in ragione del prezzo: se vino semplice e quotidiano deve essere, vorrei che anche il prezzo rimanesse tale…
Il bello: tradizionalmente semplice
Il meno bello: eccessivamente semplice, prezzo