Ancora Chardonnay.
Dopo gli ultimi due post dedicati ad interpretazioni di questo stesso vitigno, ma è un caso: questa righe sono relative ad una bottiglia che avevo assaggiato diversi mesi fa e che per qualche motivo era rimasta in anticamera di pubblicazione.
Dopo l’intermezzo italiano torno a stappare una bottiglia francese, nuovamente Borgogna, ma da una sottozona particolarmente distinta: precisamente Chablis, la parte più settentrionale di questo territorio, dove le caratteristiche di clima, territorio e metodologia di produzione sono completamente differenti.
L’unico elemento comune è appunto il “cépage”, lo chardonnay.
La Chablisienne è uno dei pochi produttori di Chablis facilmente reperibili in Italia, immagino a causa del fatto che si tratta di una cooperativa con volumi considerevoli e con conseguente ampia gamma di categoria e prezzo.
Denominazione: Chablis 1er cru AOC
Vino: Côte de Léchet
Azienda: La Chablisienne
Anno: 2012
Prezzo: 23 euro
In questo caso parliamo di un Premier Cru con qualche anno alle spalle, che però si mostra di colore paglierino luminoso, giovane e fresco.
Le sensazioni olfattive ci permettono di sfoderare il famigerato minerale, che si sviluppa in accompagnamento ad un tocco vegetale (foglia di limone) e a ricordi di fiori bianchi. Tutto piuttosto intenso, ma non troppo espressivo.
L’assaggio denota immediatamente una acidità estremamente elevata, altro tassello nella trama giovanile del vino, che garantisce buone possibilità di invecchiamento.
Peccato però che in aggiunta allo sviluppo verticale (notevole, peraltro) non ci sia molto altro: il centro del sorso riporta in primo piano le sensazioni erbacee e il corpo è piuttosto esile, con un finale non memorabile.
Vino senza difetti ma che non regala particolari emozioni: può funzionare discretamente in accordo a crostacei e crudi di pesce.
Il bello: freschezza, gioventù
Il meno bello: monotono, manca il guizzo