Mi spiace che se la sia presa anche L’Internet Gourmet Angelo Peretti, che leggo sempre con gran piacere. Si è risentito lui, così come pure Luciano Pignataro.
Rewind: Michele Serra su L’Espresso scrive il suo solito pezzo settimanale dal tono ironico/satirico e stavolta lo dedica al vino. Lo stile è quello consueto, ma certo il risultato è un po’ debole, riuscendo al più a strappare un mezzo sorriso.
Questi i fatti, e ci si potrebbe fermare qui, o al massimo sprecare tre-secondi-tre per riflettere che con un contratto da rispettare si è costretti a scrivere anche se si ha poco da dire.
Invece sia Pignataro che Peretti, ma soprattutto molti dei loro lettori, si arrabbiano; alcuni dei commenti: “razzismo di sinistra”, “sembra Scanzi” (inteso in senso negativo), “Scanzi ha troppo rispetto per il vino… Michele lui qualche padrone ce l’ha”, “Serra … stavolta ha veramente scantonato scrivendo delle cose veramente di cattivo gusto”, “E c’era bisogno buttare merda addosso a destra e a manca”, eccetera.
Pur non volendo erigere approfondite analisi sociologiche sulle traballanti fondamenta dei commenti comparsi su di un paio di blog, è curioso notare come internet sia piena di esperti e/o appassionati che reclamano a gran voce un approccio diverso al vino, meno ingessato, più comunicativo, spontaneo, diretto e semplice, salvo poi gridare alla lesa maestà quando il Serra di turno si applica al tema buttando giù (con la mano sinistra, per dire il vero) qualche riga che vorrebbe essere ironica ed invece è solo banale ed annoiato mestiere.
Non era più sensato sbadigliare e passare oltre?