Al volo sull’ultima edizione di Vinidamare (siamo arrivati alla decima): non conosco i numeri, ma l’impressione, come per Slow Fish, è che la crisi si sia fatta sentire: ad occhio il numero dei partecipanti era sicuramente inferiore agli anni precedenti e tra gli assenti si notavano anche alcuni nomi di peso.
Peccato, perché se le precedenti edizioni avevano qualcosa da farsi perdonare sul piano organizzativo (ad esempio l’ultima, ospitata all’interno del Cenobio dei Dogi in spazi palesemente inadeguati al flusso dei visitatori, e la penultima, con gli espositori allineati lungo la passeggiata a mare, con i vini “uccisi” dal gran caldo), questa volta mi sembra che AIS abbia gestito nettamente meglio la situazione: la scelta del Portofino Kulm ha permesso di avere a disposizione una sala di dimensioni adeguate e buone possibilità di parcheggio, e il fatto di non essere in una zona di passaggio ha eliminato l’afflusso dei visitatori casuali, riducendo il numero delle presenze a numeri più gestibili.
Altri punti di merito: la consegna all’ingresso del libretto dei partecipanti e di una penna, buona scorta di pane ai banchi d’assaggio e servizio solerte nello svuotamento delle sputacchiere.
Nota di demerito: sul sito non ho trovato l’elenco dei produttori partecipanti. E’ una banalità che semplifica la vita al visitatore, permettendo di pianificare in anticipo il percorso di degustazione.
Tralascio i commenti sui vini: ho assaggiato poco e in fretta, ma a parte alcuni nomi importanti (per esempio Lambruschi), l’impressione generale non è stata entusiasmante, con molte bottiglie nettamente “puzzettose” (ma i produttori annusano quello che stappano, prima di servire?) e altrettante palesemente troppo giovani: francamente non mi sembra una grande idea portare in assaggio dei 2013 chiaramente non pronti…